La Rete trapianti in numeri

Simone Esposito1, Marzia Filippetti1, Giuseppe Feltrin2

1Ufficio Comunicazione Centro nazionale trapianti; 2Direttore Generale
Centro nazionale trapianti, Roma

Pervenuto il 20 giugno 2025

Nel 2024 sono state 2.110 le donazioni effettivamente realizzate (+2,7% sul 2023), a partire da 3.192 segnalazioni di potenziali donatori arrivate dalle rianimazioni (+3,2%). Grazie a questi numeri è stato possibile realizzare ben 4.692 trapianti, 226 in più rispetto allo scorso anno (+5,1%).

Il tasso nazionale di donazione è salito a 30,2 donatori per milione di persone (pmp): è la prima volta che in Italia si supera quota 30, un livello che colloca il nostro Paese ai primi posti in Europa per donazioni di organi. Le regioni con il tasso più elevato si confermano Toscana (49,4 donatori pmp), Emilia-Romagna (45,5) e Veneto (44,7). È da registrare la crescita dei tassi delle regioni meridionali (Sicilia +5,7, Campania +3,1, Calabria +2,7): un dato che evidenzia i primi risultati di un processo di riduzione del divario tra Nord e Sud avviato dal Centro nazionale trapianti (Cnt) in questo ambito.

Per quanto riguarda i trapianti, sono stati quelli di cuore (+13%) e di rene (+6,6%) a crescere di più. I trapianti di rene sono stati complessivamente 2.393 (149 in più rispetto allo scorso anno), quelli di cuore 418 (nel 2023 erano stati 370). In aumento anche i trapianti di fegato 1.732 (+1,8%), in lieve calo quelli di polmone (passati da 188 a 174), stabili quelli di pancreas (36). Complessivamente l’Italia è salita in un anno da 69,2 a 75,5 trapianti ogni milione di persone, il livello più elevato di sempre: tra le regioni è il Veneto ad aver raggiunto il tasso più alto (130,5 trapianti pmp), seguito da Piemonte (115,1), Friuli-Venezia Giulia (104,3) ed Emilia-Romagna (100,1). Anche per quanto riguarda i trapianti si evidenzia un aumento dei tassi nelle regioni del Sud: la Sicilia è passata da 41,8 a 63,8 trapianti pmp (+22), e sono cresciute Puglia (+6,5), Campania (+5,8) e Calabria (+1,7).

Donazioni a cuore fermo, aumento esponenziale

Tra gli elementi trainanti dell’aumento dell’attività di donazione e trapianto di organi c’è la crescita esponenziale della donazione a cuore fermo (donation after cardiac death, DCD), ovvero quella da pazienti la cui morte viene accertata dopo un arresto cardiaco di almeno 20 minuti: le segnalazioni di questa tipologia di donatori sono salite in un anno del 29,4%, portando le donazioni effettive a quota 276 (+30,8%) e i trapianti conseguenti a 621 (+39,9% rispetto al 2023). I centri ospedalieri che effettuano questo tipo di donazione sono attualmente 85, mentre dodici mesi fa erano 72. Nel 2024 quelli da donazione a cuore fermo hanno rappresentato il 13,2% di tutti i trapianti realizzati: nel 2023 erano il 9,9%, due anni fa solo il 5,7%: un trend che evidenzia i miglioramenti raggiunti dalla rete trapiantologica sotto il profilo organizzativo e tecnologico.

È stato un anno da record anche per quanto riguarda le cellule staminali emopoietiche: nel 2024 è stato raggiunto il numero più alto di sempre sia per le donazioni (410) che per i trapianti (1.095) da non consanguinei. In quasi il 90% dei casi le cellule sono state prelevate da sangue periferico, la modalità meno invasiva, molto simile a una donazione di sangue. Estremamente positivo il trend di crescita dei donatori di midollo osseo: per la prima volta gli iscritti attivi nel registro IBMDR (ovvero le persone disponibili a donare) hanno superato il mezzo milione (precisamente 512.194, +3,1%), grazie al reclutamento nel 2024 di ben 32.184 nuovi potenziali donatori tra i 18 e i 35 anni.

Il 2024 è stato un anno di primato anche per la donazione e il trapianto di tessuti, oltre che per gli organi. Le donazioni di cornee, cute, tessuto muscolo-scheletrico e delle altre tipologie di tessuto umano hanno raggiunto quota 15.487 prelievi, il numero più alto mai realizzato in un anno, con un’ulteriore crescita (+1%) rispetto al record segnato nel 2023. Ancora migliore la performance registrata nell’attività di trapianto: nel 2024 gli interventi effettuati sono stati 25.872, il 3,7% in più rispetto all›anno precedente. 

Nel dettaglio, le donazioni di cornee sono rimaste sostanzialmente stabili (11.105) mentre sono aumentati significativamente i trapianti (8.433, +6,6%). Ancora migliore il risultato dei trapianti di cute, che sono stati 1.967 (+19,8%), con 429 donazioni. Sono state invece 2.691 le donazioni di tessuto muscolo-scheletrico (11 in più rispetto al 2023), e ben 10.569 i trapianti realizzati. In forte crescita anche l›attività relativa alla membrana amniotica, con 491 donazioni (+24,3%) e 4.147 trapianti (+19,1%). 223 sono state invece le donazioni di valvole cardiache, con 208 trapianti, mentre per i segmenti vascolari gli interventi sono stati 388, con 275 prelievi da donatore. Più contenuti i numeri delle isole pancreatiche (64 donazioni e 34 trapianti) e tessuto paratiroideo (21 e 125); infine, inizia a crescere un›attività dagli sviluppi clinici recenti come quella relativa al tessuto adiposo: le donazioni sono passate dalle 15 del 2023 alle 188, mentre è stato realizzato un nuovo trapianto dopo due anni di distanza dall’ultimo, effettuato nel 2022. 

L’Italia può contare su 30 banche dei tessuti: 15 specializzate in un solo ambito (cinque banche degli occhi, cinque banche del tessuto muscolo-scheletrico, due della cute, due delle isole pancreatiche e una della membrana amniotica) e altre 15 in grado di conservare e processare due o più tipologie.

La Rete trapiantologica italiana è un punto di riferimento internazionale anche in questo settore anche grazie al fatto di poter contare su un sistema di banche all’avanguardia. Di trapianto di tessuto si parla molto meno che di quello d’organo ma si tratta di interventi spesso salvavita, come nel caso del trapianto di cute nei pazienti con ustioni gravissime, o comunque cambiano in modo decisivo la vita di chi le riceve, basti pensare a chi torna a vedere grazie a una nuova cornea.

Chi decide di registrare il proprio consenso alla donazione degli organi lo fa automaticamente anche per i tessuti, e in questo caso le condizioni per un prelievo dopo il decesso ricorrono più frequentemente.

Resta il nodo delle opposizioni

In un quadro complessivamente molto positivo, resiste il nodo rappresentato dai tassi di opposizione al prelievo degli organi. Nelle rianimazioni la percentuale di chi ha rifiutato la donazione nel 2024 è scesa a 29,3% (in lieve calo rispetto al 30,3% del 2023), ma è aumentato il numero di persone che all’atto del rilascio della carta d’identità elettronica ha scelto di registrare un “no” a un’eventuale donazione dopo la morte. Nel 2024 le dichiarazioni di volontà raccolte nelle anagrafi comunali sono state oltre 3,7 milioni: nel 36,3% dei casi i cittadini hanno optato per l’opposizione al prelievo degli organi, mentre nel restante 63,7% hanno dato il consenso (nel 2023 i “sì” erano stati invece il 68,5%). In questo momento nel Sistema informativo trapianti sono presenti 21,4 milioni di dichiarazioni di volontà: 15 milioni di consensi e 6,4 milioni di opposizioni. Per rafforzare la cultura della donazione, nel 2025 il Ministero della Salute e il Cnt metteranno in campo una serie di azioni a sostegno della campagna nazionale di sensibilizzazione: tra le più significative, un’indagine conoscitiva sulle motivazioni che portano i cittadini alla scelta di diventare o meno donatori di organi e alcune iniziative di comunicazione mirate ai più giovani (che, secondo i dati, insieme agli over 60 manifestano una minore propensione alla donazione).

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