La Rete trapiantologica oggi, i risultati e il suo futuro

Massimo Cardillo

Direttore del Centro Nazionale Trapianti, Roma.

Pervenuto il 16 marzo 2023.

Il 2023 della Rete trapianti italiana si è aperto con due importanti momenti di respiro nazionale: la presentazione dei dati di attività 2022 da parte del Ministro della Salute, Prof. Orazio Schillaci, e gli Stati Generali della Rete trapiantologica.

Nel corso della tradizionale conferenza stampa tenutasi presso la sede del Ministero, a Lungotevere Ripa, il Ministro ha annunciato l’aumento dei trapianti e delle donazioni di organi, tessuti e cellule staminali emopoietiche. Per la prima volta le donazioni di organi solidi hanno superato quota 1800 in un anno: sono state complessivamente 1830 (+3,7%), 1461 da donatori deceduti e 369 da viventi. Un risultato frutto in particolare di un nuovo incremento delle donazioni potenziali segnalate in rianimazione (2662, +4,1%), che fanno un nuovo passo verso i livelli pre-Covid. Il tasso nazionale di donazione per milione di popolazione (pmp) risulta il più alto di sempre (24,7) e pone ancora una volta l’Italia ai vertici europei dietro alla Spagna e insieme alla Francia. La regione con il tasso di donazione più elevato si conferma la Toscana (49,3 donatori pmp), ma va segnalato l’aumento esponenziale del tasso in Emilia Romagna (46, +8,8 sul 2021) e il buon risultato del Veneto (36,3, +6,2). Ancora indietro nel complesso il Centro-Sud, con qualche lieve segnale di crescita in Lazio, Campania e Calabria.

Cresce, tuttavia, anche la percentuale delle opposizioni in rianimazione (29,6%, +1% sul 2021), un dato però che tende a essere fisiologico quando aumentano le segnalazioni delle rianimazioni, e anche qui viene confermato il forte gap delle regioni meridionali verso quelle settentrionali. Aumenta molto, invece, la donazione a cuore fermo: +60%, che si è tradotto in un +35,6% trapianti realizzati grazie agli organi prelevati a questa tipologia di donatori.

L’incremento delle donazioni ha portato naturalmente anche all’aumento dei trapianti: il numero complessivo è stato di 3887, quasi 100 in più rispetto al 2021 (+2,5%) e secondo miglior risultato di sempre, con tassi regionali in crescita quasi ovunque: la Lombardia si conferma la regione nella quale si realizzano più interventi seguita da Veneto (che è la prima in rapporto alla popolazione), Piemonte, Emilia Romagna e Lazio.

Numeri importanti anche per l’attività di donazione di tessuti, molto penalizzata durante la pandemia, ma che per il secondo anno di fila cresce considerevolmente: i prelievi nel 2022 sono stati 11.031 (+10,4%), con aumenti importanti per le cornee e il tessuto muscolo-scheletrico. In leggero calo i trapianti (20.459, -2,5%) che però continuano ad attestarsi su livelli decisamente più elevati rispetto all’epoca pre-covid.

È stato un 2022 importante anche per l’attività riguardante midollo osseo e cellule staminali emopoietiche: sono state 329 le donazioni effettive realizzate (+9,7%) e 961 i trapianti (+3,1%). Continuano ad aumentare gli iscritti al registro donatori IBMDR: nel 2022 sono state tipizzate 28.813 persone (+18,9%), un segnale positivo, ma resta lontana la quota di nuovi iscritti del 2019 (furono oltre 40mila), frutto soprattutto di attività di volontariato nelle scuole e nelle piazze che le restrizioni dovute al Covid hanno penalizzato fino a pochi mesi fa.

Le dichiarazioni di volontà alla donazione depositate nel Sistema informativo trapianti al 31 dicembre 2022 hanno superato quota 14 milioni e mezzo: 72% i consensi e 28% le opposizioni. Quelle registrate nel solo 2022 nei Comuni italiani attraverso il sistema CIE (carta d’identità elettronica) sono state 2,7 milioni, con una percentuale di no del 31,8% (+0,7% rispetto al 2021). In generale si è espresso (positivamente o negativamente) il 55,5% dei cittadini che hanno fatto richiesta del documento, mentre gli altri hanno deciso di non registrare alcuna indicazione. Le opposizioni registrate in vita restano alte, specialmente nelle regioni del Sud dove sfiorano o in qualche caso superano il 40%: un dato che conferma la necessità di sensibilizzare soprattutto due fasce d’età: i 18-30enni (tra i quali la percentuale di opposizione è più alta rispetto ai 30-40enni, e questo è particolarmente valido per i neo-maggiorenni) e gli over 60, tra i quali è frequente la convinzione che la donazione sia impossibile per ragioni anagrafiche: il recente trapianto di fegato realizzato in Toscana grazie alla donazione di una donna di quasi 101 anni (la più longeva di sempre a livello mondiale) dimostra che l’età non è ostacolo alla donazione.

Senza soluzione di continuità, il saluto del Ministro ha aperto anche gli Stati Generali della Rete trapiantologica che ha visto la partecipazione di più di 400 esponenti provenienti da tutto il territorio nazionale. Un incontro dal programma ricco e articolato, su temi di interesse trasversale alle diverse tipologie di donazione e trapianto. Molto spazio è stato dedicato alla sessione sulla proposta di revisione della legge 1 aprile 1999, n 91: la necessità di lavorare alla revisione della legge è stata condivisa, sin dal settembre del 2021, con il Ministro della Salute, ed il Centro Nazionale Trapianti (CNT) ha dato seguito alle indicazioni ministeriali istituendo 12 gruppi di lavoro, composti da più di 100 professionisti esperti della Rete; a ciascun gruppo è stato assegnato il compito di analizzare uno specifico tema, tra quelli individuati da Consulta/CNT, e di formulare una proposta di modifica degli articoli della legge 91/1999 riguardanti l’argomento trattato.

Durante la prima giornata, nella prima sessione, sono state illustrate in particolare alcune indicazioni in merito alla norma sulla manifestazione di volontà alla donazione, soprattutto per la parte che riguarda la piena applicazione della legge, ad oggi inattuata sugli aspetti che regolano il silenzio-assenso. Sono anche state presentate le proposte in tema di superamento del rigido vincolo dell’anonimato, coerenti con le indicazioni già espresse nel parere del Comitato Nazionale di Bioetica, e quelle relative alla possibilità di utilizzare per fini di ricerca organi e tessuti prelevati a scopo di trapianto terapeutico e successivamente risultati inidonei a tale scopo. Nella parte generale, sono infine state descritte le modifiche proposte in relazione all’assetto organizzativo della rete (compiti del Centro Nazionale Trapianti, dei Centri Regionali e dei Coordinamenti Ospedalieri del Prelievo), all’organizzazione del trapianto da donatore vivente, alla strutturazione del Sistema Informativo dei Trapianti, al sostegno economico delle attività di prelievo e trapianto attraverso la revisione della tariffazione del prelievo e del trapianto, ed alle modalità di accesso alla lista d’attesa per trapianto ai pazienti residenti all’estero, non iscritti al Servizio Sanitario Nazionale. La proposta di revisione, ad oggi, è oggetto di approfondimento da parte di un Tavolo ministeriale, che, tenendo conto delle indicazioni formulate dai gruppi, svilupperà un disegno complessivo di riforma.

La sessione successiva ha riguardato il tema degli scenari futuri e futuribili, ed ha visto la presentazione, veramente di impatto, del primo caso in Italia di nascita dopo trapianto di utero. Hanno completato la sessione la presentazione dei lavori della Commissione Europea sulla proposta di Regolamento delle attività di prelievo e trapianto di cellule e tessuti e uno sguardo alle recenti esperienze internazionali di xenotrapianto di cuore e di rene, da donatore animale ingegnerizzato.

I lavori della prima giornata sono proseguiti con l’interessante sessione dedicata agli aspetti congiunti del trapianto di CSE e d’organo, con particolare riguardo ai progetti di induzione di tolleranza, e con la presentazione dell’intensa attività ispettiva svolta dal CNT nei vari nodi della rete. In particolare, sono stati presentati i risultati del programma di verifica dell’attività e dell’assetto dei Centri Regionali per i Trapianti, di nuova istituzione, accanto al tradizionale impegno di verifica dei centri di trapianto di CSE, di microbiota fecale, dei centri per la PMA e degli istituti dei tessuti. La prima giornata si è conclusa con la presentazione del programma di certificazione di qualità del CNT e dei nodi della Rete, che potrà in futuro essere allargato a tutte le strutture impegnate nel percorso di donazione e trapianto in modo trasversale, e con il confronto con le Associazioni di volontariato, partner preziosissimi di tante iniziative di formazione e comunicazione.

La seconda giornata è stata dedicata agli aspetti più tecnici e scientifici dell’attività, con la presentazione del documento nazionale di consenso sulla donazione a cuore fermo controllata, i nuovi algoritmi nazionali di allocazione degli organi, i progetti scientifici della rete, approvati dal Comitato Scientifico del CNT, e le collaborazioni scientifiche con Istituzioni regionali, nazionali ed europee e con le Università. Un focus particolare è stato dedicato ai nuovi programmi di perfusione degli organi dopo il prelievo, un’esperienza che vede l’Italia come Paese leader in Europa, grazie all’impegno dei centri trapianto e dei centri di coordinamento nel promuovere progetti di utilizzo degli organi da donatore a cuore fermo e da donatore DBD marginale, stimolati dalla necessità di superare i limiti legati alla peculiarità della normativa italiana sull’accertamento di morte ed al progressivo invecchiamento della popolazione dei donatori.

Si è trattato, dunque, di un incontro di grande successo, un ulteriore tassello che ha contribuito allo sviluppo di una rete trapiantologica sempre più solida e performante, a beneficio dei tanti malati che ancora aspettano in lista d’attesa.