La comunità internazionale dei trapianti è tornata ad incontrarsi:

il Congresso ESOT 2021 a Milano

Massimo Cardillo

Direttore del Centro Nazionale Trapianti, Roma.

Pervenuto il 5 ottobre 2021.

Al temine dei 18 mesi che hanno cambiato gli scenari della vita civile e della medicina, i professionisti della trapiantologia internazionale si sono incontrati a fine agosto a Milano in occasione della 29sima edizione del Congresso della Società Europea dei Trapianti (ESOT).

Il convegno, che ha avuto come Chairman e Co-chairman due illustri rappresentanti della trapiantologia nazionale, Umberto Cillo e Luciano Potena, è stato totalmente ripensato, nei contenuti e nelle modalità di realizzazione, alla luce delle necessità imposte dalla pandemia. Il meeting internazionale ha registrato la partecipazione di 1200 iscritti in presenza e 1475 esperti connessi da remoto. Numerose, come da tradizione, le sessioni di lavoro e gli abstract (1120 inviati e 994 accettati) presentati alla comunità di pari.

Il tema centrale del Convegno, annunciato sin dalla prima presentazione simbolicamente effettuata da Umberto Cillo e Luciano Potena dal teatro anatomico di Padova, il primo al mondo ad aver visto operare alcuni tra i medici che hanno fatto la storia della nostra scienza, è stato quello della “cross-fertilizzazione”, cioè della contaminazione dei saperi. Non a caso il Convegno si è tenuto in Italia, una terra che della “cross-fertilizzazione” scientifica ha fatto la sua storia, ponendo le basi della transizione tra il Rinascimento e la modernità. L’Italia è stato anche il Paese occidentale colpito per primo dalla pandemia, pagando un consistente tributo di perdite anche tra il personale sanitario.

La pandemia ha però paradossalmente ampliato i nostri orizzonti, obbligandoci ad esplorare nuove modalità di lavoro, aprendoci sempre di più alle opportunità offerte dalle nuove tecnologie, e a vedere il percorso del trapianto in modo sempre più integrato all’interno del Sistema Sanitario Nazionale, nelle sue diverse articolazioni professionali e territoriali. Ed il trapianto è anche, per la sua multidisciplinarità, un modello di integrazione, perché richiede la partecipazione, nel suo percorso di realizzazione, di tante professionalità, spesso operanti in setting completamente diversi, che devono necessariamente collaborare per raggiungere il risultato finale.

ESOT 2021 ha dimostrato la grande crescita della comunità scientifica dei trapianti in Italia, in termini quantitativi e qualitativi: una partecipazione attiva e la proposta di numerosissimi lavori scientifici, di linee-guida e progetti formativi che hanno arricchito le giornate congressuali di contenuti innovativi. Per citare alcune delle evidenze scientifiche prodotte dai nostri ricercatori, ricordo che l’Italia è stato il primo Paese al mondo a mettere a punto un protocollo per l’utilizzo per trapianto di organi da donatori Covid positivi in pazienti urgenti, dimostrando la sicurezza e l’efficacia di questa procedura.

Entrando nel vivo del programma scientifico, mi piace ricordare la bellissima cerimonia di apertura, completamente dedicata al tema dell’equa distribuzione delle risorse scarse, che ha da sempre caratterizzato il mondo della trapiantologia, e che oggi viene esteso ad altri settori della medicina. Basti solo pensare a quello che sta accadendo oggi con la disponibilità e l’utilizzo dei vaccini anti-Covid 18 nei Paesi a basso reddito.

Una novità proposta dal programma è stata quella di estendere l’interfaccia tra i partecipanti al periodo precedente e quello successivo all’evento congressuale: il Convegno, infatti, è stato preceduto da numerosi webinars, che si sono succeduti nei mesi precedenti, che hanno consentito ai partecipanti di preparare e scambiarsi documenti che poi sono stati condivisi durante il Convegno e nelle settimane successive. È l’idea del “congresso continuo”, che non si esaurisce nei tre giorni dell’evento, ma che crea un legame ed una modalità di lavoro che dura nel tempo.

I principali temi affrontati nelle sessioni congressuali sono stati quelli dedicati alla medicina personalizzata, alla medicina di precisione, alla medicina rigenerativa, alla definizione di nuovi indicatori per la personalizzazione della cura, ed infine alle nuove tecnologie, applicate tanto al mondo della chirurgia dei trapianti quanto allo sviluppo di nuovi farmaci immunosoppressori. Il convegno ha confermato la necessità del mondo della trapiantologia di gettare ponti verso altri saperi, come quello della intelligenza artificiale, della bioingegneria (organi artificiali), dell’economia (per studiare la sostenibilità delle innovazioni proposte), dell’etica, che nel trapianto trova una estesa applicazione (basti pensare al fatto che il trapianto è cura possibile grazie ad un dono libero e gratuito, oppure al fatto che la distribuzione di una risorsa scarsa pone quesiti profondi in tema di definizione dei criteri di allocazione).

ESOT 2021 ha messo in evidenza la necessità di rendere sempre più forte il legame tra le società scientifiche, le istituzioni sanitarie e le associazioni dei pazienti; nel primo caso, ad esempio, la Commissione Europea e la DG SANTE sono partner privilegiati per ESOT, e si è avuta la possibilità di apprezzarlo durante il convegno, con la partecipazione di vari rappresentanti di queste Istituzioni ai lavori congressuali. Tra i nodi centrali trattati spicca quello dell’armonizzazione delle indicazioni regolatorie con le necessità delle conoscenze che evolvono con un ritmo sempre più incalzante. Per quanto riguarda le associazioni dei pazienti, la collaborazione è mandatoria, per fare in modo che la ricerca sia sempre più vicina alle esigenze di questi ultimi, nel rispetto delle diverse competenze ed obiettivi.

Il viaggio nelle nuove tecnologie ha visto anche la realizzazione di piccole sessioni tematiche “congresso nel congresso”, dedicate ad approfondire temi specifici con l’ausilio di moderne tecniche formative (web lab, sessioni pratiche interattive, ecc.). Molto spazio è stato ovviamente dedicato al tema dell’impatto della pandemia Covid-19 sulla rete dei trapianti: sono stati riportati i risultati di numerosi trial dedicati al rischio di infezione nel paziente trapiantato, e agli effetti protettivi del vaccino. Questi studi, spesso realizzati in brevissimi tempi, hanno dimostrato le capacità della comunità scientifica di cimentarsi con situazioni nuove e del tutto impreviste, raccogliendo dati e massa di informazione con grande efficienza.

I principali “deliverables” del convegno (documenti di consenso, protocolli, linee guida, position papers) hanno ancora una volta trovato la strada della pubblicazione grazie alla presenza del partner editoriale di ESOT, e alla rivista Transplant International, che ha offerto una vetrina privilegiata ai risultati dei lavori congressuali. La produzione di queste evidenze scientifiche passa inevitabilmente dalla raccolta e dall’analisi di dati, quindi durante il convegno è stata ampiamente sottolineata la necessità che ESOT si impegni maggiormente nell’organizzazione di registri, attraverso l’aperta collaborazione sia con le società scientifiche nazionali che con le autorità competenti dei Paesi europei.

Un ampio spazio è stato dedicato al tema della donazione: sono stati riportate esperienza di nuovi modelli formativi dedicati agli operatori del procurement e sono stati descritti e confrontati diversi modelli organizzativi del reperimento, realizzati in diverse realtà geografiche. Certamente, il tema centrale della donazione rimane quello dell’autosufficienza, come discusso ampiamente nella sessione dedicata ai programmi di donazione che stanno partendo, con non poche difficoltà, nell’area dei Balcani.

Il Centro Nazionale Trapianti (CNT) ha garantito una presenza importante al convegno, come autorità competente del nostro Paese, coordinando due sessioni di lavoro e presentando un numero particolarmente significativo di progetti e studi, ben 18. In particolare, ricordo il lavoro sull’utilizzo dei donatori positivi al SARS-CoV-2, appena pubblicato sull’American Journal of Transplantation, e quello sui risultati di un anno di applicazione del nuovo protocollo nazionale per i pazienti urgenti in attesa di trapianto di cuore. Inoltre, nell’area espositiva del Congresso, è stato organizzato uno stand che ha fatto da collettore per numerosi incontri tra operatori e da vetrina per le numerose attività svolte dal nostro centro. La presenza del CNT a ESOT 2021 è stata l’occasione per rimarcare la leadership della trapiantologia italiana nel panorama europeo e mondiale, perché la rete del Servizio Sanitario Nazionale è stata tra quelle che ha sopportato meglio colpi della pandemia, con un calo dell’attività del 10% durante le prime ondate, mentre nel resto del mondo la media è stata del 31%, come ha verificato uno studio presentato proprio a Milano. Non solo, ma durante la pandemia, l’Italia dei trapianti è stata pioniera su molti fronti: dal primo trapianto europeo di polmone su un paziente vittima del Covid fino ai primi trapianti al mondo da donatori positivi al virus, prima su riceventi positivi e infine persino su pazienti negativi all’infezione. Esperienze che abbiamo analizzato e condiviso durante il congresso e che oggi sono best pratice a livello internazionale. Ora la sfida è quella di individuare e adottare misure che possano consolidare l’attività di donazione e trapianto nei vari paesi europei, rendendola più flessibile e capace di reggere l’urto di grandi emergenze sanitarie come quella che stiamo attraversando. In particolare, va rafforzata l’integrazione con le strutture ospedaliere e la medicina del territorio, fondamentale per l’approccio multidisciplinare richiesto dal trapianto, e questo a partire dalla rete delle terapie intensive, che sono state la trincea della pandemia ma che sono anche il luogo nel quale si concretizzano le donazioni di organi che rendono accessibile ai pazienti in attesa la terapia del trapianto.

Per concludere, ciliegina sulla torta, durante il convegno è stata annunciata l’elezione del nuovo Presidente ESOT, che per i prossimi due anni sarà proprio l’Italiano Luciano Potena: un ennesimo riconoscimento alla qualità della trapiantologia italiana, oltre che personale per il Dottor Potena che, peraltro, è un attivo collaboratore del CNT, avendo coordinato il gruppo di lavoro sul trapianto di cuore che ha messo a punto il protocollo nazionale di assegnazione dei cuori per i pazienti in urgenza nazionale.

La medicina ha bisogno di ricerca, e i trapianti, essendo ancora per alcuni versi medicina di frontiera, non fanno eccezione. Il ruolo delle società scientifiche come ESOT è quello di fare da collettore di questa energia, e di consentire il confronto continuo e la crescita professionale di tutti coloro i quali si cimentano quotidianamente con l’esplorazione di questa frontiera. Il compito delle Istituzioni sanitarie, come il CNT, è quello di supportare queste iniziative, e di collaborare con le società scientifiche cercando di rendere più raggiungibili gli obiettivi che si pongono.

Questa proficua collaborazione è sempre stata ottimale e lo sarà sempre più in futuro, per affrontare insieme le nuove sfide della ricerca e dell’assistenza al servizio dei pazienti e del Servizio sanitario nazionale.